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No tag, No BES



Link video: http://www.youtube.com/watch?v=Wv49RFo1ckQ&list=PLpBPfdW9LRtyw4ppCiDm-7pPGbiaUkFnV

“If we are serious about
removing barriers... Isn’t it time to stop calling people names, which they never
choose to use about themselves?... And when the great Wall of attitudinal barriers
falls, other barriers will also come tumbling down (Snow, 2007).


“Se siamo tutti così impegnati nel rimuovere le barriere architettoniche, perché insistiamo su quelle psicologiche? Non è ora che smettiamo di descrivere le persone utilizzando termini che mai essi stessi utilizzerebbero spontaneamente, per descrivere se stessi?” (Snow, 2009).

10 commenti:

  1. Mi preme far presente che un recente articolo di Webstera e Blatchforda (2013) (The educational experiences of pupils with a Statement for special educational needs in mainstream primary schools: Results from a systematic observation study; European Journal of Special Needs Education, 28(2), 463-479) sul sistema scolastico in Gran Bretagna ha posto l’attenzione sul ruolo degli insegnanti curriculari e di sostegno nel processo di inclusione scolastica di studenti considerati con bisogni educativi speciali. Gli autori mettono chiaramente in luce le conseguenze negative associate alla tendenza ad assegnare “esclusivamente” a quelli di sostegno un ruolo pedagogico e didattico.
    Sembra emergere dai loro dati una chiara relazione negativa tra il tempo che questi studenti passano con gli insegnanti di sostegno e i loro progressi scolastici. Hanno riscontrato che per ¼ della giornata scolastica gli studenti non hanno possibilità di interagire con compagni e con gli insegnanti curriculari, e che il grado di separazione che si viene a creare è molto consistente. Per altro tutto ciò sembra valere in misura maggiore per gli studenti con le situazioni più gravi.
    … Sembra che questa modalità di azione, la propensione ad “assegnare” la responsabilità educativa esclusivamente agli insegnanti di sostegno, può essere controproducente e deleteria per lo sviluppo cognitivo e sociale dei bambini.
    Invito a riflettere su questi dati e sulle conseguenze negative che ciò potrebbe avere anche per i nostri bambini e le loro famiglie. Inoltre, a mio avviso, aderendo ad un tale modo di agire si otterrebbe una riduzione del ruolo che la scuola dovrebbe avere a vantaggio della giustizia sociale da un lato, aspetto particolarmente importante in questi momenti di crisi, e della qualità della vita dall'altro.
    L'Italia può a mio avviso giocare 'le carte' della sua lunga tradizione a vantaggio dell'inclusione e far sentire la sua voce 'contro' la tendenza all'etichettamento, alla delega e all'esclusione.
    Maria Cristina Ginevra
    Dipartimento di Filodofia, Sociologia, Pedagogia e Psicologia applicata
    Università degli Studi di Padova

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  2. I would like to point out a recent article by Webstera and Blatchforda (2013) titled “The educational experiences of pupils with a Statement for special educational needs in mainstream primary schools: Results from a systematic observation study”. It appeared in the European Journal of Special Needs Education, 28(2), 463-479). The focus was on the education system in UK and on the role of teachers and teaching assistants or learning support assistants (TA) on school inclusion of students “ with special education needs”. The authors clearly show the negative consequences associated with the tendency to assign a pedagogical and didactic role "exclusively" to teaching assistants.
    From their data a clear negative relationship between the amount of time these students spend with TAs and their progress emerges. These students spent over a quarter of their time away from the mainstream class and they do not have opportunities to interact with peers and teachers. The degree of segregation seems very consistent!! Furthermore, this negative consequence is particularly relevant for students experiencing the most severe conditions. Assigning the educational responsibility solely to support teachers seems counterproductive and detrimental to the cognitive and social development of children.
    I invite all of you to think about these data and the negative consequences this may have for our children and their families. Additionally, these practices will reduce the role school should play for both social justice, which is particularly important in these times of crisis, and for the quality of life. Finally Italy can play in my opinion the 'cards' of its long tradition for the benefit of inclusion and should raise his voice 'against' the labeling, delegating and exclusion.
    Maria Cristina Ginevra
    Department of Philosophy, Sociology, Education and Applied Psychology
    University of Padova

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  3. “Let's assume the best: that children and adults with disabilities are competent and should be the drivers of their own destinies”(Snow, 2011)
    Portare avanti l'idea che sia giusto e di aiuto descrivere le persone con disabilità utilizzando termini che evidenziano solo ed esclusivamente le loro difficoltà, limita le possibilità di poter scegliere e costruire il proprio futuro sulla base delle loro reali capacità ed interessi. Sarebbe pertanto più opportuno in un ottica inclusiva iniziare a sottolineare le loro potenzialità e desideri, chiamarli con il proprio nome, in modo da poter dare anche a loro la possibilità di scegliere e costruire il proprio destino!!!

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  4. “il concetto di BES è ancora prevalentemente centrato sulle patologie e non sul funzionamento umano ICF e quello di inclusione.
    Dobbiamo riprenderci l'educazione, per dare ad ognuno quello di cui abbisogna secondo i suoi mezzi – cioè tenendo conto e rispettando la sua personale biografia “
    Ermanno Tarracchini, Valeria Bocchini, due insegnanti di sostegno in" Orizzonti e scuola"

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  5. Classifying exceptional students requires the expenditure of a greater amount of money and profesisonal and student time that might be better spent in planning and delivering instruction (Chainkind, Danielson & Brauen, 1993).
    Sì. Il denaro speso a mettere etichette sanitarie in ambiente educativo e a formare esperti di etichette potrebbe proprio essere a migliorare le proposte educative nella scuola!!!!!

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  6. A DOUBLE SIDED ACRONIM
    IN ITALIAN BES STANDS FOR Bisogni Educativi Speciali

    BUT ALSO FOR

    Basta Educazione Speciale – (stop special education)
    Bisogna Evitare Stigma –(we must avoid Stigma)

    DID SOMEONE TRY WITH OTHER LANGUAGES?

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  7. Be the change you want to see in the world (Gandhi)!!!!

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  8. A comment from a teacher

    Being a teacher of middle school for the last three years has taught me one thing about putting a child into a IEP program. It is a one way ticket to failure. Instead of having your child actually be helped, less is expected of your child, such has modifying their grades higher than they scored, expecting them to answer less questions, have more time, longer times to turn in things. As a person who would have been put into the IEP as a child, had it been around then, I'm very thankful I never was. Your child may very well be put into a separate classroom setting full of children who are only IEP due to behavioral problems, you obviously can't get much out of that classroom setting. Not to mention your child will NOT have much support in their Science and Social Studies classes, as those teachers will get little to no help with modifying for your child, and the other 20 to 30 children they have to modify differently for.

    Guest teacher

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  9. If you've had a child in special education, tell us your tale !

    I have no experience of these situations and I would like to know what is going on in different countries

    Steven

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  10. Being parents of a child with “Special Education Needs”: making a change is imperative!!!!!

    School has failed my son, who struggles with ADHD and Tourette syndrome.
    Plus, is labeling a special needs child necessary?

    http://www.parenting.com/article/special-needs?page=0,1

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