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Storie e narrazioni per l'inclusione - Padova 1 Aprile 2016



L’Università di Padova come più volte affermato dal Magnifico Rettore vuole puntare sempre di più su inclusività e accessibilità, con iniziative che permettano di favorire progetti educativi di qualità. Questa attenzione è particolarmente significativa proprio per i tempi che stiamo attraversando, sferzati dalla cristi economica e da riprese difficili, da alti e bassi, che creano insicurezze e incertezze, ripiegamenti su se stessi, visioni egoistiche ed indifferenze per quanto concerne la qualità della vita altrui e i valori dell’inclusione. Le buone pratiche per renderla reale e presente rischiano di essere trascurate e gravemente minacciate.

Abbiamo bisogno di continuare a tenere alta l’attenzione e a fornire idee e suggerimenti per dare parole e sostanza all’inclusione. Sono state così chiamate a raccolta diverse forze, provenienti dal mondo della ricerca psico-pedagogica, della realtà degli scrittori e dell’associazionismo, chiedendo a ciascuno di concentrarsi sul contributo che parole, storie e narrazioni possono dare ai contesti educativi e scolastici. Oltre alla delegata del Rettore per la disabilità che ha fortemente voluto questa giornata, sono stati coinvolti docenti e studenti del nostro Ateneo, responsabili dei servizi territoriali e della scuola, esperti e membri di associazioni interessati alle questioni oggetto di riflessione, persone con e senza disabilità, nella co-costruzione di una giornata seminariale originale, che ben si inserisce fra le azioni della nuova governance finalizzate a migliorare la cultura inclusiva dentro e fuori l’Università di Padova.

Così alcuni sono andati “a caccia di parole” in specifici ambiti, come i media, i giornali, gli atti di convegni, ecc., al fine di aiutarci a riflettere sui modelli di disabilità e di inclusione che di fatto sono maggiormente gettonati e che determinano o possono determinare sia la cultura dominante di riferimento, ma anche i luoghi comuni, e il diffondersi di pregiudizi e stereotipi. Altri si sono soffermati sulle storie, le filastrocche, le narrazioni che possono essere proposte o che possono essere messe a punto nei contesti educativi, nella consapevolezza che esse non sono una novità nella storia umana, e nemmeno un’esclusiva di qualcuno, ma che se ben utilizzate possono sicuramente caratterizzarsi come strumenti educativi.
 
L’intento è stato quello di analizzare quanto e a quale condizioni i racconti e altre produzioni linguistiche possono aiutarci a costruire un processo di sviluppo e a stimolare idee, strategie, visioni alternative, utili a realizzare contesti inclusivi. Particolare attenzione è stata ricolta al processo che si instaura fra narratori e ascoltatori, fra autori e lettori, fra parole, pensieri e sensazioni delle persone coinvolte. E' stato analizzato il percorso che porta i diversi soggetti a intrecciare emozioni e cognizioni e a dare nuovi significati alle esperienze affinché in particolare sia possibile l’assunzione di quei valori e di quel coraggio necessari alla realizzazione di azioni improntate a reciprocità, collaborazione, sensibilità, rispetto dei diritti umani, delle unicità e dei punti di forza delle persone.

Pur nella consapevolezza che l’inclusione necessità di molte energie, condivisioni, strategie, attività ulteriori, la giornata seminariale ha inteso fornire degli ‘strumenti’ che a determinate condizioni possono aiutare a generare e a mantenere elevati i livelli di una inclusione di qualità.

Tutti coloro che non hanno potuto partecipare per problemi di sicurezza legati alla capienza massima dell'Aula Magna potranno visionare la registrazione sottotitolata degli interventi che sarà pubblicata nel più breve tempo possibile in http://cda.psy.unipd.it/ 

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