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“Verso un mondo nuovo” – Prof. Stefano Rodotà a Padova



Grande affluenza per la lezione magistrale del prof. Stefano Rodotà che venerdì 29 gennaio u.s. ha inaugurato la settima edizione della Scuola di Cultura Costituzionale dell’Università di Padova, nella splendida cornice dell’Aula Magna del Bo’.

Il Magnifico Rettore Rosario Rizzuto si è congratulato con la Direttrice della Scuola prof.ssa Lorenza Carlassare e con tutti i presenti per il successo dell’iniziativa, gratuita e aperta a tutta la cittadinanza, intesa a promuovere la conoscenza della Costituzione italiana e la formazione di una consapevole cultura costituzionale tra le persone di ogni età, cittadinanza, estrazione sociale, titolo di studio, professione, appartenenza politica, culturale e religiosa.

Con particolare partecipazione personale il Rettore ha introdotto poi il prestigioso relatore, manifestando molto interesse al tema proposto “Verso un mondo nuovo”, introduttivo all’approfondimento deciso per l’edizione 2016 dalla Scuola “La nascita della costituzione - 70° anniversario dell’elezione dell’Assemblea Costituente”.

Il prof. Rodotà ha ricordato come l’Assemblea Costituente nella seduta del 15 luglio 1946 deliberò di affidare l’elaborazione della proposta di Costituzione ad una Commissione , composta da 75 membri, con l’incarico di predisporre, senza una preventiva indicazione di criteri e principi direttivi, un progetto articolato di Costituzione da sottoporre al plenum dell'Assemblea. Si trattò di un organo essenzialmente politico a garanzia della partecipazione pluralista, che ebbe infatti a capo delle tre Sottocommissioni esponenti dei partiti che avevano nell’Assemblea il più alto numero di rappresentanti, costituendo un arco costituzionale finalizzato a traghettare il Paese verso un nuovo progetto di piena rottura con il passato, la costruzione di un“mondo nuovo”, compiendo quella che il relatore definisce la “rivoluzione della dignità”.

Il prof. Rodotà ha poi puntualizzato come le più significative innovazioni costituzionali del secondo dopoguerra si colgono proprio nelle costituzioni dei "vinti", dove si erano verificate gravissime violazioni dei diritti, come l'italiana del 1948 e la tedesca del 1949, che non si aprono con i riferimenti alla libertà e all'eguaglianza, ma nella prima il riferimento iniziale è il lavoro, nella seconda la dignità.

L’art. 3 della Costituzione italiana, «tutti i cittadini hanno pari dignità sociale», amplia la versione tedesca perché aggiunge che la dignità non deve essere riconosciuta solo alla persona in quanto tale, ma anche nella relazione con gli altri. Fanno riferimento alla dignità anche l’art 41 – «l’iniziativa economica non può svolgersi in contrasto con (…) la libertà e la dignità umana» -, l’art. 32 sulla salute («la legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana») e l’art. 36, che impone una retribuzione che garantisca «un’esistenza libera e dignitosa».

L’idea che ha guidato i Costituenti non è però un concetto statico, ad oggi continuiamo a parlare di dignità, ma dobbiamo ammettere come sia ancora continuamente violata; nel momento in cui crescono povertà, disoccupazione e le discriminazioni è proprio la dignità della persona a essere messa in discussione. Il prof. Rodotà ha ricordato con forza a tutti che, adesso come allora, le Costituzioni sono nelle mani di tutti i cittadini, che sono chiamati alla partecipazione attiva, ad un impegno quotidiano per il rispetto dei diritti di tutti e la costruzione giorno per giorno del “Mondo Nuovo”.

Graziella Lunardi e Carla Tonin

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