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Una sera al cinema…. con lo psichiatra!

La recente chiusura degli ospedali psichiatrici giudiziari contribuisce certamente a riaccendere l’attenzione sul tema della malattia mentale, stimolando iniziative che ci aiutano a riflettere sul tema come quella organizzata dal Fronte del Porto Filmclub di Padova, che ha proposto un allucinato percorso nella pazzia con la visione guidata del cult – movie “Il corridoio della paura” del regista americano Samuel Fuller. Si tratta di un avvincente  noir con straordinari flashback, che racconta la discesa nei meandri della follia di un ambizioso giornalista che, nella speranza di risolvere un caso di omicidio e di vincere il premio Pulizer, si finge malato mentale facendosi ricoverare nel manicomio dove è stato commesso il crimine, rimanendo alla fine tragicamente vittima della sua stessa simulazione. La serata è stata condotta dal prof. Luigi Pavan, già direttore della Clinica Psichiatrica dell’Università di Padova, che ha spiegato come persistano pregiudizi pesanti nei riguardi della sofferenza psichica e come il cinema abbia utilizzato l’ambito psichiatrico nelle proprie storie rappresentando generalmente queste persone come inquietanti, violente e pericolose, o se innocue da schernire e sbeffeggiare, confermando e rafforzando l’immaginario collettivo; specularmente anche lo psichiatra è stato usualmente rappresentato come una persona crudele o risibile.
Il film evidenzia l’atteggiamento difensivo, il bisogno presente nell’epoca (il film è del 1963) di negare una comunità con il sofferente psichico, legittimando la funzione contenitiva e di mantenimento delle distanze delle istituzioni deputate, quasi ad evitare il “contagio” con “fantasmi senza ritorno”.
Mentre in questi giorni si chiudono gli ospedali psichiatrici giudiziari, è importante non dimenticare la lunga lotta che ha portato a restituire ai malati di mente la dignità di esseri umani, magari visitando il Museo del Manicomio a San Servolo (Ve) che raccoglie una serie di metodi di contenzione usati nel passato come apparecchi per l’elettrochoc, camicie di forza, catene, gabbie per docce gelate o bollenti spacciati per metodi di cura. Negli stessi spazi la Fondazione Franco e Franca Basaglia documenta il lungo percorso compiuto per separare la follia dalla colpa, arrivando all’approvazione nel 1978 in Parlamento della legge 180 di riforma psichiatrica e alla chiusura dei manicomi, che ha portato a consolidare l’idea che nessuna persona possa essere ristretta e maltrattata a causa della sua sofferenza psichica, anche se imparare a convivere con la follia, che può riguardare ognuno di noi, è ancora un traguardo verso cui tendere.

Alcune scene significative del film in https://www.youtube.com/watch?v=qazrJYT-t3I



Per una presentazione del Museo del Manicomio di San Servolo
http://www.fondazionesanservolo.it/html/museo.asp


L'archivio personale di Franco Basaglia raccolto da Franca Ongaro e una grande quantità e varietà di documenti che vanno dagli anni ’50 fino all’epoca dell’impegno di Franca Ongaro come senatrice, tra il 1984 e il 1991 è consultabile online in http://www.fondazionebasaglia.it



Carla Tonin e Graziella Lunardi

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