L’Università di Padova
come più volte affermato dal Magnifico
Rettore vuole puntare sempre di più su inclusività
e accessibilità, con iniziative che permettano di favorire progetti educativi
di qualità. Questa attenzione è particolarmente significativa proprio per i
tempi che stiamo attraversando, sferzati dalla cristi economica e da riprese
difficili, da alti e bassi, che creano insicurezze e incertezze, ripiegamenti
su se stessi, visioni egoistiche ed indifferenze per quanto concerne la qualità
della vita altrui e i valori dell’inclusione. Le buone pratiche per renderla
reale e presente rischiano di essere trascurate e gravemente minacciate.
Abbiamo bisogno di
continuare a tenere alta l’attenzione e a fornire idee e suggerimenti per dare
parole e sostanza all’inclusione. Sono state così chiamate a raccolta diverse forze, provenienti dal mondo della
ricerca psico-pedagogica, della realtà degli scrittori e dell’associazionismo,
chiedendo a ciascuno di concentrarsi sul contributo che parole, storie e narrazioni
possono dare ai contesti educativi e scolastici. Oltre alla delegata del
Rettore per la disabilità che ha fortemente voluto questa giornata, sono stati
coinvolti docenti e studenti del nostro Ateneo, responsabili dei servizi
territoriali e della scuola, esperti e membri di associazioni interessati alle
questioni oggetto di riflessione, persone con e senza disabilità, nella
co-costruzione di una giornata seminariale originale, che ben si inserisce fra
le azioni della nuova governance finalizzate a migliorare la cultura inclusiva
dentro e fuori l’Università di Padova.
Così alcuni sono
andati “a caccia di parole” in specifici
ambiti, come i media, i giornali, gli atti di convegni, ecc., al fine di
aiutarci a riflettere sui modelli di disabilità e di inclusione che di fatto
sono maggiormente gettonati e che determinano o possono determinare sia la
cultura dominante di riferimento, ma anche i luoghi comuni, e il diffondersi di
pregiudizi e stereotipi. Altri si sono soffermati sulle storie, le filastrocche,
le narrazioni che possono essere
proposte o che possono essere messe a punto nei contesti educativi, nella
consapevolezza che esse non sono una novità nella storia umana, e nemmeno
un’esclusiva di qualcuno, ma che se ben utilizzate possono sicuramente
caratterizzarsi come strumenti educativi.
L’intento è stato quello di
analizzare quanto e a quale condizioni i racconti e altre produzioni
linguistiche possono aiutarci a costruire un processo di sviluppo e a stimolare idee, strategie, visioni
alternative, utili a realizzare contesti
inclusivi. Particolare attenzione è stata ricolta al processo che si instaura fra
narratori e ascoltatori, fra autori e lettori, fra parole, pensieri e
sensazioni delle persone coinvolte. E' stato analizzato il percorso che porta i
diversi soggetti a intrecciare emozioni e cognizioni e a dare nuovi significati
alle esperienze affinché in particolare sia possibile l’assunzione di quei
valori e di quel coraggio necessari alla realizzazione di azioni improntate a
reciprocità, collaborazione, sensibilità, rispetto dei diritti umani, delle
unicità e dei punti di forza delle persone.
Pur nella
consapevolezza che l’inclusione necessità di molte energie, condivisioni,
strategie, attività ulteriori, la giornata seminariale ha inteso fornire degli ‘strumenti’ che a determinate
condizioni possono aiutare a generare e a mantenere elevati i livelli di una inclusione di qualità.
Tutti coloro che non hanno potuto partecipare per problemi di sicurezza legati alla capienza massima dell'Aula Magna potranno visionare la registrazione sottotitolata degli interventi che sarà pubblicata nel più breve tempo possibile in http://cda.psy.unipd.it/
Parlano dell'evento
Nessun commento:
Posta un commento