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Dagli USA all'Italia: Stop all'etichettatura --- From USA to Italy: stop to labeling

Dagli Usa all’Italia parte lo stop all’etichettatura psichiatrica dei minori


E se dietro i disturbi da deficit d’attenzione e iperattività, oppositivo provocatorio, della condotta e d’ansia sociale si nascondessero in realtà solo piccoli leader, attivisti, rivoluzionari, pensatori e filantropi? “Facciamo scegliere ai bambini come definirsi e fermiamo l’etichettatura psichiatrica dei minori”. A richiederlo a gran voce è il Comitato dei cittadini per i diritti umani (Cchr), diffondendo in rete un video dal titolo ‘Psychiatry—Labeling Kids with Bogus 'Mental Disorders'.

DAL CCHR ALL’UNIVERSITÀ DI PADOVA - La stessa convinzione ha trovato terreno fertile anche in Italia, grazie al Centro di Ateneo di Servizi e Ricerca per la Disabilità, la Riabilitazione e l'Integrazione dell’Università degli studi di Padova sul blog Ce.Ateneo. Apre infatti la pagina degli universitari un articolo emblematico: ‘Guardare alle persone e non alle loro disabilità’.

“In un mondo complesso come quello in cui viviamo, dove le diversità aumentano, le incertezze per il futuro a volte sembrano soffocarci togliendoci la libertà di disegnare i nostri destini- scrive Sara Santilli in Ce.Ateneo- la solidarietà, la cooperazione e la partecipazione civile sono gli strumenti attraverso i quali possiamo provare a far cambiare direzione alle cose. Per far questo ci vuole coraggio, il coraggio di sradicare i luoghi comuni, gli stereotipi e i pregiudizi che tagliano le gambe e annullano sogni. Il coraggio di guardare alle persone e non alle loro disabilità!”.

Così gli studenti del corso di 'Counseling psicologico per l'inclusione delle disabilità e del disagio sociale', diretto da Laura Nota (docente di Psicologia dell’integrazione scolastica e sociale, Psicologia dell’orientamento scolastico-professionale e Psicologia dell’inserimento lavorativo delle persone disabili), sono invitati a “considerare i soggetti con disabilità intellettiva e cognitiva come eguali, come persone e non ritardati”.

IN USA 1.400 BAMBINI DIAGNOSTICATI CON ADHD NEL PRIMO ANNO DI VITA - Eppure negli Stati Uniti, solo nel primo anno di vita, sono stati diagnosticati 274 mila bambini con disturbo psichiatrico, 1.400 con sindrome da deficit di attenzione e iperattività (Adhd), 26 mila con depressione, 654 psicotici e 227 mila ansiosi. Lo riferisce l’IMS Health, la più importante società fornitrice di dati medici sulle prescrizione degli Stati Uniti, analizzando il database nazione relativo unicamente al 2013 (IMS Health Vector One National database Year 2013). Dati riportati in un articolo del Comitato dei cittadini per i diritti umani (http://www.cchrint.org/psychiatric-drugs/children-on-psychiatric-drugs/). Valori ben più elevati si registrano poi sul campione 0-17 anni, tanto che ad assumere psicofarmaci sono più di 8 milioni di minori, e oltre un milione sono sotto i cinque anni. Ma a far discutere sono senz’altro i valori relativi all’Adhd, che riguardano oltre 4 milioni di soggetti.

CON RUSH HOUR IN ITALIA SI RIACCENDE L’ATTENZIONE SULL’ADHD - Torna d’attualità in Italia il dibattito sulla sindrome da deficit di attenzione e iperattività grazie all’uscita nelle sale cinematografiche del film documentario Rush Hour. Un viaggio tra gli Usa e l’Italia all’interno della sindrome da deficit di attenzione e iperattività (Adhd), tra laboratori di genetica e di Brain Imaging, aule universitarie e scuole elementari, in un confronto tra i due Paesi agli estremi della forbice d’incidenza del disturbo: negli Usa sono diagnosticati come Adhd l’11% dei bambini, in Italia la casistica è invece al di sotto dell’1%. Una disparità che ha attirato l’interesse della regista napoletana Stella Savino, “colpita dal variare dei criteri diagnostici a seconda dei paesi. Una diagnosi che dipenderà dunque esclusivamente dal medico che si incontra”. Il film denuncia che l’uso delle “sostanze eccitanti (Ritalin) per la cura dell’Adhd è aumentato di un sorprendente 100% in più di 50 paesi”.


IL PROBLEMA VERO È LA DIAGNOSI - “Il problema vero è la diagnosi- afferma Savino alla Dire- non ha dei criteri scientifici come molte malattie psichiatriche che soffrono di questa ambiguità. Ciò però che è grave è che l’Adhd riguarda i piccoli e la cura è molto pericolosa. Molti bambini cadono in questa valutazione quando magari hanno altro e se non sei stimolato a fare una ricerca profonda puoi catalogare come Adhd qualcosa che non lo è. Ad esempio- spiega la filmaker- se un bambino ha problemi epatici e si addormenta a scuola possono dirgli che ha deficit dell’attenzione, e crescerà pensando di avere un disturbo mentale quando invece ha un problema fisico che peggiorerà con i farmaci sbagliati”.

GLI EFFETTI COLLATERALI DEI FARMACI - “Gli effetti collaterali dei farmaci sono scritti sui bugiardini e dichiarati nelle tabelle del ministero. Sul Registro nazionale Adhd- sottolinea Salvino- è anche possibile trovare dei documenti che testimoniano che non c’è nessun caso che non abbia manifestato almeno uno degli effetti collaterali del farmaco. L’atomexina produce allucinazioni, gravi danni epatici e tendenze suicide, e il metilfenidato è un’anfetamina che produce danni epatici, circolatori e l’alopecia. Il principio attivo del Ritalin è classificato dalla Dea (Drug enforcement administration) nello stesso gruppo dei narcotici, insieme con l’eroina, la morfina e la cocaina”.

DAL CCHR UN ALLARME - La Commissione dei cittadini per i diritti umani (Cchr) ha lanciato l’allarme: “Sono milioni i bambini diagnosticati con sindrome da deficit di attenzione e iperattività, disturbo bipolare, disturbo ossessivo compulsivo, disturbo d'ansia sociale e molte altre etichette psichiatriche (diagnosi), nessuna delle quali è supportata da test medici o confermata dalla scienza come disfunzione fisica (malattia)”. A fronte di ciò, “i genitori non ricevono informazioni precise sulle etichette psichiatriche (disturbi mentali) o i farmaci prescritti per 'trattare' i loro figli- prosegue il Cchr- gli viene semplicemente detto che il loro bambino è malato mentalmente e, il più delle volte, deve assumere farmaci psichiatrici, compresi quelli per l’Adhd che la Drug Enforcement Administration categorizza nella stessa classe delle sostanze che creano forte dipendenza come la cocaina, la morfina e l’oppio”.

NON ESISTE UN TEST PER L’ADHD - Anche il National institute of health consensus (Nih) ha dichiarato che “non abbiamo un valido test indipendente per l'Adhd, e non ci sono dati che indicano che l'Adhd causi un malfunzionamento del cervello". Davanti ad una assenza di prove scientifiche “chiunque virtualmente, in qualsiasi momento, potrebbe rientrare nel disturbo bipolare o nella sindrome da deficit di attenzione e iperattività (Adhd). Chiunque- ripete Stefan Kruszewski, noto psichiatra- questo diventa quindi un problema di tutti, poiché anche una sola di queste 'malattie' innesca il dispenser della pillola ".

I CONSIGLI DEL CCHR AI GENITORI - “La prima cosa che i genitori dovrebbero sapere è che non ci sono prove mediche che possano dimostrare che il vostro bambino è ‘malato di mente’. In realtà qualsiasi diagnosi di disturbo mentale si basa unicamente su un parere, su un semplice elenco di comportamenti”. Per questo motivo la Commissione dei cittadini per i diritti umani ha stilato quattro consigli per i genitori: “Chiedete di vedere il test di laboratorio, la scansione cerebrale, l’esame del sangue o i raggi X che dimostrano che il bambino abbia un disturbo mentale che richiederebbe un trattamento; Se sono raccomandati dei farmaci per vostro figlio, stampate le avvertenze internazionali e tutti gli studi relativi ai rischi connessi a qualsiasi tipo di medicinale consigliato. Consegnateli al medico/psichiatra che ve li ha prescritti per sapere se n è a conoscenza(spesso sono informati solo dai rappresentanti farmaceutici); Se lo psichiatra/medico vi dà una prova che il bambino ha un 'disturbo mentale' inviatecela e noi vi dimostreremo che è falsa; Ci sono alternative non farmacologiche per trattare problematiche come i disturbi dell'umore, d'attenzione e di comportamento che non richiedono un'etichetta psichiatrica stigmatizzante. Avete il diritto di conoscere i trattamenti non farmacologici e- conclude il Cchr- di avere un secondo parere”.

ASSUNZIONE DI FARMACI PRISHIATRICI NEL DETTAGLIO - Da 0 a 1 anni sono 274.804 i bambini che assumono psicofarmaci; da 2-3 anni 370.778; da 4 a 5 anni 500.948; da 6 a 12 anni 4.130.340; da 13 a 17 anni 3.617.593. Il totale complessivo 0-17 anni è di 8.389.034.

ASSUNZIONE DI FARMACI PER L’ADHD NEL DETTAGLIO - Da 0-1 anni sono 1.422 i bambini che assumono farmaci per trattare l’Adhd; da 2-3 anni 10.413; da 4-5 anni 181.023; da 6-12 anni 2.723.126; da 13-17 anni 1.775.896. Il totale complessivo 0-17 anni è di 4.404.360.

ASSUNZIONE DI ANTIDEPRESSIVI NEL DETTAGLIO - Da 0-1 anni sono 26.406 i bambini che assumono antidepressivi; da 2-3 anni 46.102; da 4-5 anni 45.822; da 6-12 anni 686.950 ; da 13-17 anni 1.444.422. Il totale complessivo 0-17 anni è di 2.165.279
ASSUNZIONE DI ANTIPSICOTICI NEL DETTAGLIO- Da 0-1 anni sono 654 i bambini che assumonoantipsicotici; da 2-3 anni 3.760; da 4-5 anni 24.363; da 6-12 anni 359.882; da 13-17 anni 490.272. Il totale complessivo 0-17 anni è di 830.836.

ASSUNZIONE ANTIANSIOLOITICI NEL DETTAGLIO - Da 0-1 anni sono 227.132 i bambini che assumono antiansiolitici; da 2-3 anni 282.759; da 4-5 anni 247.754, da 6-12 anni 790.149; da 13-17 anni 650.273. Il totale complessivo 0-17 anni è di 2.132.625.


La notizie è stata riportata da «Agenzia Dire»

www.dire.it

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